Di nuovo la mozzarella blu sulla tavola dei salernitani, ancora una volta ad essere sotto esame da parte dell’Asl e dei Nas un caseificio del Vallo di Diano. L’acquisto del fiordilatte incriminato è avvenuto nel centro di Sapri, dopo la denuncia dell’acquirente, che ha visto col passare delle ore la mutazione cromatica del latticino, è intervenuta l’unità operativa veterinaria che con il solerte ausilio di Nas e Asl sono prontamente risaliti al caseificio produttore. E’ l’ennesimo caso che investe il Vallo di Diano, dove ancora arriva latte di dubbia provenienza puntualmente lavorato e messo sul mercato come produzione locale. Grazie alla solerzia dei controlli da parte degli enti preposti, Nas, Asl il fenomeno ha subito una battuta d’arresto ma, come quest’ultimo caso ha dimostrato, è necessario non abbassare la guardia. Da stime Coldiretti si evince che dalle frontiere italiane passano ogni giorno 3,5 milioni di litri di latte sterile, semilavorati, cagliate e polveri di caseina per essere imbustati o trasformati industrialmente e diventare magicamente mozzarelle, formaggi o latte italiani, all'insaputa dei consumatori. In Italia sono arrivati nel 2009 ben 1,3 miliardi di litri di latte sterile, 86 milioni di chili di cagliate e 120 milioni di chili di polvere di latte di cui circa 15 milioni di chili di caseina. Complessivamente in Italia sono arrivati 8,8 miliardi di chili in equivalente latte (fra latte liquido, panna, cagliate, polveri, formaggi, yogurt e altro) utilizzati in latticini e formaggi all'insaputa dei consumatori e a danno degli allevatori perché non è obbligatorio indicare la provenienza in etichetta. Il 68 per cento del latte importato viene da Germania, Francia e Austria, ma è rilevante anche la quota da paesi dell'est come la Polonia (5 per cento), la Lituania (3 per cento), la Slovenia (3 per cento) Considerando una produzione nazionale di 10,9 miliardi di chili, la Coldiretti stima che tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia sono stranieri mentre la metà delle mozzarelle in vendita sono fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall'estero, ma nessuno lo sa perché non è obbligatorio indicarlo in etichetta. Oltre ad ingannare i consumatori, si tratta di una concorrenza sleale nei confronti dei produttori che utilizzano esclusivamente latte fresco, perché per produrre un kg di mozzarella "tarocca" occorrono 900 grammi di cagliata dal costo di meno di 3 euro/kg, mentre il prezzo al pubblico di un kg di mozzarella vaccina di qualità non può essere inferiore ai 6/7 euro/kg. Le stalle italiane peraltro sono le più controllate e ci sono circa 6000 veterinari contro i mille della Francia, con una media di un controllo ogni 5/6 giorni. Una situazione che - conferma la necessità di accelerare sull'obbligo di indicare in etichetta la provenienza del latte utilizzato per difendere consumatori e produttori italiani ed evitare effetti generalizzati provocati da specifici allarmi sanitari provenienti dall'estero.
14 Ottobre 2010
SAPRI, NUOVO CASO DI MOZZARELLA BLU