Le fiamme dell’incendio allo stabilimento della Eripress a Cicerale rischiano di travolgere l’economia del piccolo comune cilentano. Spento l’incendio, diradata la nube nera, la preoccupazione tra gli abitanti resta alta per il pericolo inquinamento e la chiusura definitiva dello stabilimento che impiegava ottantanove persone. Oltre a superare il trauma dell’incendio in cui sono rimasti coinvolti i dipendenti della Eripress dovranno, in questi giorni, combattere con la paura, ancora più grande, della perdita del lavoro già cresciuta con i licenziamenti degli ultimi giorni. Quelli ancora assunti, in attesa di notizie dalla proprietà dello stabilimento, ieri mattina sono entrati nel padiglione D per tentare di recuperare i macchinari con gli stampi per la produzione dei componenti Whirlpool e dislocarli negli stabilimenti di Frosinone. Un recupero, da parte della proprietà fatto nel tentativo di non perdere le commesse. Quanto questo dislocamento possa salvare il posto di lavoro dei dipendenti e scongiurare la chiusura definitiva della fabbrica di Cicerale, non è stato ancora chiarito. Anzi, proprio lo spostamento dei macchinari agita maggiormente gli animi dei dipendenti, inoltre, il padiglione andato distrutto, ospitava gli uffici amministrativi oltre che di produzione, tutto quindi lascerebbe presagire ad una chiusura definitiva dello stabilimento. In tal caso i dipendenti si troveranno, quasi certamente, dal dover scegliere se rimanere a casa o trasferirsi a Frosinone per continuare a lavorare con l’Azienda. La chiusura della Eripress sarebbe un duro colpo per l’economia locale visto che oltre ai dipendenti diretti l’azienda aveva creato un indotto lavorativo attraverso imprese di pulizia ed quant’altro. Quasi peggio di un terremoto l’incendio alla Eripress, operai a rischio, agricoltura a repentaglio. Nella nota emanata dal direttore della Col diretti, Salvatore Leofredda, si evitano allarmismi ma l’attenzione è alta: “Il nostro servizio tecnico ha effettuato accurati sopralluoghi sul sito e non rileva al momento situazioni di crisi grave –cita la nota- ad una primo esame non ci sono campi coltivati nelle immediate vicinanze dell’incendio perché trattasi di un’area industriale. Suggeriamo comunque a tutti di utilizzare le norme precauzionali del caso”. Nessun allarmismo ma osservare i divieti promulgati dal sindaco su indicazione dell’ASL: “Tuttavia sono in fase di valutazione i danni causati al comparto agricolo e, prima di quantizzarli e qualificarli, sarà opportuno attendere gli esiti dell’Arpac relativamente al possibile inquinamento causato da polveri fini”. Tra preoccupazione e senso di responsabilità verso i cittadini, il primo cittadino di Cicerale, rimane in contatto diretto con gli operatori del dipartimento di prevenzione: “abbiamo messo in campo tutto quanto era possibile per tutelare la salute dei nostri concittadini – spiega Carpinelli- siamo molto preoccupati anche per gli operai della Eripress, ci siamo prefissati che tra qualche giorno, passata la fase emergenziale, prenderemo contatti con la proprietà per capire il futuro dello stabilimento e quindi dei dipendenti”. Con l’incendio divampato nella zona industriale di Cicerale si rischia, oltre al disastro ambientale, anche il disastro economico di una piccola comunità.
Angelica Tafuri
Pubblicato sul quotidiano LA CITTA' del 06/04/2012