Aprire nuovi canali commerciali, creare iniziative e sempre nuovi servizi agli operatori, sviluppare sinergie per lanciare nuove sfide al mercato agroalimentare e calmierare i prezzi del fresco scongiurando eventuali speculazioni. Parte da qui il progetto di messa in rete d...ei mercati ortofrutticoli della provincia di Salerno, un’idea che Coldiretti Salerno ha ufficialmente avanzato al presidente della Camera di Commercio, Guido Arzano. Il progetto Coldiretti va ad integrare e rilanciare una richiesta di parere avanzata alla Coldiretti dall’Ente camerale, riguardante l’ammodernamento del mercato di Capaccio attraverso l’utilizzo dell'acceleratore di spesa dei fondi Por Fesr 2007/2013. Il progetto Coldiretti prevede il coordinamento unico dei mercati agroalimentari della provincia, dai tre più grandi – Salerno, Capaccio - Paestum e Nocera Pagani – ai più piccoli – San Valentino Torio, Sant’Egidio del Monte Albino e San Marzano sul Sarno e altre realtà provinciali.
“L’iniziativa – spiega il presidente di Coldiretti, Vittorio Sangiorgio – mutuando la positiva esperienza del progetto Fai (Filiera agricola Italiana) e Fedagro (Federazione nazionale associazione operatori mercati agro-alimentari) di messa in rete di tredici mercati nazionali, consentirebbe l’ammodernamento delle strutture, servizi più efficienti e prezzi definiti, rimuovendo quei passaggi intermedi che appesantiscono i costi, valorizzando al meglio la qualità dei prodotti”.
La messa in rete consentirebbe di definire, per produttori e commissionari, regole precise, a garanzia della trasparenza, con listini uguali per tutti i mercati aderenti, con norme disciplinari uniche, sulla tracciabilità, i tempi di pagamento, la remunerazione per i produttori e i giusti ricarichi per i commercianti, nonché il rispetto delle norme della sicurezza alimentare. L’iniziativa ha anche un obiettivo più ambizioso che è quello di cambiare le regole dei mercati generali scritte 50 anni fa quando l’ortofrutta fresca era tutt’altra cosa, in termini di velocità dei trasporti, di logistica, di dimensioni.
Ovviamente la messa in rete dei mercati ortofrutticoli prevede un coordinamento telematico (si pensa all’installazione di schermi che possano in tempo reale mostrare l’attività di tutti i mercati in contemporanea) e un ammodernamento delle strutture, attraverso le opportunità offerte dall’utilizzo delle risorse comunitarie. In questo modo, si potrebbero scongiurare eventuali speculazioni sui prezzi, ampliando l'offerta dei prodotti, intensificando i rapporti con la clientela, realizzando poli – vetrina che richiamerebbero l’attenzione di acquirenti non solo locali. Utile è anche la previsione di un listino unico settimanale comune ai diversi mercati della provincia, perché permetterebbe di avere un valore di riferimento a livello provinciale, garantendo un’adeguata remunerazione alla parte agricola, ma anche un prezzo equo per l’acquirente finale. “L'integrazione logistica e le sinergie tra i mercati ortofrutticoli rappresentano oggi uno degli elementi chiave per dare competitività al settore ortofrutticolo – osserva Vittorio Sangiorgio – è necessario però ammodernare i centri agroalimentari all’ingrosso, con strutture e modelli gestionali all’avanguardia, rilanciandone l’operatività e ribadendo il loro ruolo strategico ed irrinunciabile, dimostrando che sono in grado di servire tutti i tipi di aziende produttrici e tutte le forme di dettaglio”. Nel 2012, secondo dati dell’osservatorio Coldiretti, il 57% di ortofrutta fresca è stata venduta nella Gdo e il 41% nei canali tradizionali. “Occorre – precisa Sangiorgio – un nuovo modello di mercato all’ingrosso, che deve assumere la funzione di un Food Hub moderno, piattaforme della qualità, dove si accorcia la filiera e si valorizzano le produzioni del territorio. Siamo certi che la Camera di Commercio, sensibile a questo tipo di iniziative, possa accogliere la nostra proposta attivando immediatamente tutte le procedure per l’avvio del progetto”.