5 Giugno 2012
Terremoto: centomila ettari di terreno senza irrigazione, produzioni a rischio
Quasi centomila ettari di terreno compresi tra Modena, Bologna, Ferrara e Mantova sono senza acqua a causa dei danni provocati dalle scosse di terremoto agli impianti idraulici che garantiscono la sicurezza del territorio. L’allarme viene dalla Coldiretti e va ad aggravare una situazione che ha visto sino ad oggi danni pesantissimi per l’agricoltura della pianura padana.
Secondo un’analisi dell’Anbi, l’Associazione nazionale della bonifica, servono interventi per decine di milioni di euro nell’immediato per garantire l’irrigazione ed evitare che l’arrivo di forti piogge possa provocare alluvioni nelle campagne, ma anche nelle principali città emiliane.
Il fenomeno della liquefazione delle sabbie che emergono dal terreno rubando spazio alla terra coltivata e provocano numerose crepe a case e magazzini, è solo l’effetto piu’ evidente del dissesto idrogeologico provocato dal sisma che ha spaccato terreni nelle aree urbane ed agricole e messo in pericolo la stabilità del territorio.
Il terremoto ha provocato danni agli impianti idraulici e frane in alcuni alvei che pregiudicano il regolare deflusso delle acque. Una prima conseguenza è stata la sospensione del servizio di irrigazione che è necessario far ripartire per preservare, nell'emergenza, una delle agricolture più floride della Pianura Padana: ortofrutta, viticoltura, riso, parmigiano reggiano in particolare i settori a rischio.
L'80 per cento della produzione di pere made in Italy si concentra proprio nell' area compresa tra la provincia di Modena, di Ferrara e una parte di Bologna e la loro raccolta e ora a rischio. Sono inagibili l'impianto irriguo modenese di Concordia (a servizio di 2.500 ettari a frutteto) e quello di Sabbioncello nel comune mantovano di Quingentole (a servizio di 18mila ettari vocati all'ortofrutta.
A forte rischio di chiusura, per inagibilita, anche l'impianto Ubertosa, nel comune di Poggio Rusco (irriga 10mila ettari tra seminativi, frutteti e coltivazioni ortofrutticole) mentre e gia’ sospesa l'irrigazione su un'area di 26mila ettari nel modenese (da Novi di Modena a Carpi e Campogalliano) dove, oltre alla frutticoltura ed alla produzione di Parmigiano Reggiano, sono presenti alcune risaie, secondo l’Anbi.
Nell'impianto idrovoro di Mondine è crollata la torre dove si trova l'impianto elettrico, il cuore che dà energia alle possenti idrovore che assicurano la sicurezza idraulica di un territorio di 50mila ettari che va dall'Enza al Secchia a Nord della via Emilia comprendendo i centri abitati di Correggio, Poviglio e Carpi e che ora è a rischio di alluvione anche per il crollo dei manufatti di alcune chiaviche di fondamentale importanza per la regolazione dei canali. Grave è anche la situazione nella maggior parte dei 162 mila ettari di pianura del comprensorio del Consorzio della Bonifica Burana tra Modena, Bologna, Ferrara e Mantova .
Una rete estesa per 2500 chilometri di canali, 52 impianti idrovori e 2000 manufatti, la maggior parte gravemente lesionata dal sisma. Risultano danneggiati in particolare impianti idrovori, impianti irrigui, magazzini di servizio, abitazioni di servizio, arginature dei canali principali con il rischio crolli lungo centinaia di metri sulle arginature. Danni analoghi e rilevanti si registrano anche in provincia di Mantova, per gli impianti del consorzio di bonifica Terre dei Gonzaga. Danni diffusi alle opere idrauliche, pur non tali da impedirne la funzionalita', sono segnalati anche nei comprensori del Consorzio di Bonifica dell'Emilia Centrale e del Consorzio Canale Emiliano Romagnolo.
Intanto, sottolinea la Coldiretti, è positiva la decisione di Equitalia di sospendere ogni attività di riscossione nelle zone colpite dal terremoto dopo che anche il Governo ha rinviato tutti i versamenti tributari e previdenziali nell’ultimo consiglio dei Ministri.
Il fermo obbligato delle attività causato dalle scosse - sta aumentando il conto dei danni che complessivamente (tra sistema produttivo e civile) hanno abbondantemente superato i 5 miliardi che consentono al Fondo di solidarietà dell'Unione europea (FSUE) di intervenire con aiuti di stato come ha annunciato il Commissario europeo per le Politiche regionali, Johannes Hahn.
“Ci sono le condizioni per una partecipazione concreta dell’Unione Europea a sostegno dei territori italiani colpiti dal sisma - ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel commentare l’impegno del presidente della Commissione Ue Jose Manuel Barroso ad aiutare l’Italia - dove occorre aiutare la popolazione e far ripartire al piu’ presto una economia in cui l’agroalimentare è una parte rilevante”.
“Dalle Istituzioni comunitarie - ha sottolineato Marini - ci attendiamo un impegno straordinario che possa rafforzare con la solidarietà la coesione tra gli Stati Europei in un momento in cui è messa in discussione dalla crisi economica e dagli egoismi nazionali”.
Il Fondo di solidarietà dell'Unione europea (Fsue), ricorda la Coldiretti, è nato per rispondere alle grandi calamità naturali ed esprimere la solidarietà europea alle regioni colpite all'interno dell'UE. Interviene nel caso che il danno complessivo superi almeno una di queste due soglie: lo 0.6 per cento del Pil o 3 miliardi ai prezzi 2002. Un importo che sembra essere stato superato con i danni provocati dalle ultime scosse di terremoto in Italia che puo’ ora presentare domanda.

 

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